La circonferenza addominale, quale espressione di adiposità centrale, è associata:
- alla resistenza insulinica,
- al diabete di tipo 2,
- alla dislipidemia,
- alle coronaropatie, con il risultato che esiste una relazione evidente tra la misura dell’addome e l’aspettativa di vita.
Questa relazione è indipendente dal BMI ed è stata dimostrata da parecchi studi
Non è ancora stato esaminato però direttamente il rapporto tra circonferenza addominale e rischio di decesso, per cui sono stati utilizzati i dati di un ampio studio nutrizionale riguardante circa 105.000 adulti di età ≥ 50 anni, prevalentemente di razza bianca.
Tra il 1997 e il 2006 si sono verificati circa 15.000 decessi, tra i soggetti esaminati.
Mediante analisi aggiustate per parecchi fattori demografici e relativi allo stile di vita (comprendendo anche il BMI), si è visto che il rischio di mortalità globale è fortemente associabile alla misura della circonferenza addominale.
Ad esempio, il rischio di morte è risultato maggiore del 102% nei soggetti maschi con circonferenza > 120 cm, rispetto a quelli con valore < 90 cm.
Per le donne, i due valori sono risultati rispettivamente 110 cm e 75 cm.
Quelle con la circonferenza maggiore hanno presentato un rischio di mortalità superiore di circa il 136%. Da notare che la circonferenza addominale si è associata a maggiori rischi all’interno di tutte le categorie di BMI, costituendo quindi un fattore prognostico indipendente.
Il commento a questo articolo:
La misura della circonferenza addominale, conseguenza di una distribuzione centrale del grasso corporeo, è un parametro di importanza notevole nella gestione di un paziente, e si devono compiere tutti gli sforzi possibili per ottenere valori che non comportino aumento di mortalità (120 cm per i maschi e 90 cm per le donne sono il massimo consentibile).
Bibliografia:
Jacobs EJ et al. Waist circumference and all-cause mortality in a large US cohort. Archives of Internal Medicine 2010 Aug 9/23; 170:1293