Il “pianeta“ obesità infantile richiede competenze mediche e psicologiche adeguate. Per la buona riuscita di una dietoterapia sono indispensabili dei prerequisiti:
- il personale medico e paramedico deve essere competente, fortemente “motivato”, deciso ma “comprensivo”, ed attento ad “ascoltare” paziente e familiari.
- Il supporto psicologico deve essere costante ed addestrato alle patologie nutrizionali.
- L’ambiente “medico” deve risultare accogliente e tranquillizzante per bambino e genitori.
- Il medico deve evitare atteggiamenti di superiorità e colpevolizzazioni eccessive, per poter condurre bambino e famiglia al completamento dell’iter terapeutico.
- Paradossalmente, una struttura “rigida”, anche se efficiente, condiziona negativamente la psiche del piccolo paziente, impedendogli di esprimersi come vorrebbe o potrebbe.
Il successo di un Centro di Dietologia Infantile
Questo si misura dalla compliance ottenuta, e rappresenta quindi il parametro migliore per valutare la validità del metodo intrapreso.
In linea con gli interessi maturati dalla pratica quotidiana è sorta l’organizzazione Giustopeso Italia, fondata e diretta dal Prof. Giorgio Pitzalis, Pediatra, Gastroenterologo e nutrizionista clinico.
Durante la prima visita dietologica, oltre alle notizie anamnestico-cliniche vengono rilevati i principali parametri antropometrici per definire l’entità del sovrappeso/obesità.
Particolare attenzione è rivolta alle abitudini alimentari, di volta in volta confrontate, anche e soprattutto con la famiglia, con i corretti indirizzi nutrizionali.
Uno specifico software, da noi elaborato, consente in tempo reale:
- l’attribuzione dell’esatto centile di peso e statura,
- la deviazione percentuale del peso corretta per la statura,
- il centile del BMI,
- la valutazione dei comparti corporei.
Durante la stessa seduta si affrontano le eventuali problematiche di natura psicologiche dei singoli componenti il nucleo familiare, non solo il rapporto cibo-famiglia, ma anche “emergenze” quali scuola, separazioni, disaccordi, malattie, lutti.
Nei soggetti sovrappeso od obesi viene infine consigliata una dieta ipocalorica bilanciata, in linea con la tradizione “mediterranea”, frazionando il cibo in 5 pasti quotidiani.
E’ fondamentale pesare la quantità di cibo
Per il resto la dieta deve essere quanto più possibile varia e contenere gli alimenti normalmente reperibili in commercio.
Diete troppo complesse da eseguire non trovano una buona accoglienza anche per mancanza di tempo o di motivazioni adeguate.
I genitori devono essere informati sul calo ponderale atteso mensile, quando ciò è possibile (soggetti in III infanzia o in tarda pubertà, quindi con crescita staturale modesta), ovvero sull’impossibilità di stabilirlo aprioristicamente (soggetti in periodo di rapida crescita staturale).
Devono inoltre essere rassicurati circa la innocuità della dieta. Si consiglia inoltre di informare i parenti, il proprio pediatra e le varie “figure” scolastiche del programma intrapreso.
Non vengono di solito consigliati cibi light
Questo perché diseducativi nell’ambito di un programma volto più all’apprendimento delle qualità degli alimenti ed a come utilizzare queste nozioni per mantenere un peso accettabile soprattutto dopo il termine della dietoterapia tradizionale.
In età pediatrica (e non solo!) NON devono assolutamente essere prescritti farmaci!
Infine il periodo di dietoterapia non deve venire considerato un “periodo di astensione” da alcune cibarie ma deve essere utilizzato, dal bambino e dalla famiglia, per riconsiderare i cibi come essi in realtà sono, separandoli dalle contaminazioni “pubblicitarie” od “emozionali”.
Al termine della visita
Al termine della visita è indispensabile che il piccolo paziente e la sua famiglia abbiano ricevuto non solo un “pezzo di carta con le quantità di cosa mangiare” ma anche direttive e motivazioni su come cambiare abitudini alimentari e stile di vita (anche attraverso l’incremento dell’attività sportiva).
Solo così è possibile agire in maniera duratura sul problema sovrappeso-obesità.
I controlli successivi sono mensili. Durante tali brevi incontri il medico deve:
- poter comprendere se le direttive impartite durante la prima visita sono state recepite (e come) dalla famiglia e dal bambino e questo fino al termine del periodo di dieta;
- intervenire in maniera “serena”, rinforzare motivazioni, correggere errori eventualmente commessi, “ascoltare” e consigliare il piccolo paziente e la sua famiglia;
- Quando il soggetto è rientrato nel normopeso, viene proposta una dieta di mantenimento.
Un Centro dietologico “responsabile” dovrebbe successivamente richiamare annualmente il soggetto uscito dal programma dietoterapico al fine di valutare il consolidamento dei principi sopra esposti ed evitare la weight cycling syndrome, ovvero la ripresa del peso perduto.
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