Assolutamente si. Il deficit di vitamina K può causare sanguinamento nei bambini nei primi tre mesi di vita.
La malattia emorragica del neonato
Questa condizione è conosciuta da tempo come malattia emorragica del neonato o, secondo una dizione più recente, emorragia da deficit di vitamina K.
Viene comunemente suddivisa in due forme:
- classica
- tardiva
La forma classica
La forma classica si manifesta tra il primo e il settimo giorno di vita con un’incidenza di 2,5-17/1000 nati a termine nei bambini non sottoposti a profilassi con vitamina K. Le sedi di sanguinamento sono cutanea e gastrointestinale.
Numerosi studi clinici randomizzati e controllati hanno dimostrato un’uguale efficacia della profilassi con vitamina K somministrata entro 6 ore dalla nascita per via intramuscolare (1 mg) o per via orale (1-2 mg).
La forma tardiva
Nella forma tardiva può invece esserci frequentemente un interessamento intracranico (50-80% dei casi).
Nella prevenzione di tale forma vengono proposti nei primi 3 mesi di vita uno schema olandese (25 μg/die) o uno schema danese (1mg/settimana), meno costoso e con una migliore compliance.
Vit. K
La vitamina K, sintetizzata anche dalla flora batterica intestinale (vit. K2), viene comunque assorbita a livello intestinale dagli alimenti (vit. K1).
E’ poi depositata nel fegato ma in quantità non rilevanti.
Come le altre vitamine liposolubili, il suo assorbimento è favorito dalla concomitante presenza di grassi nella dieta.
Interviene nei meccanismi della coagulazione del sangue. Infatti questa vitamina è elemento essenziale per la sintesi nel fegato di vari fattori proteici tra cui la protrombina.
Una carenza di vit. K, per riduzione della disponibilità o per deficit di assorbimento o per riduzione dell’utilizzazione in presenza di fattori antagonisti, comporta emorragie specie sottocutanee, muscolari ed intestinali. In genere, il fabbisogno consigliato è assicurato da una dieta variata.
Dove trovo la vitamina K?
Ortaggi a foglia verde:
- spinaci,
- lattuga,
- broccoli,
- cavoli,
- piselli,
- carote.
I pomodori e il fegato ne contengono scarse quantità.
La frutta, il latte e la carne in quantità minime.