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Mangiare senza nutrirsi: la pica

disturbi del comportamento alimentare

Tra le affezioni pediatriche e psicologiche della nostra epoca, i disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno assunto, negli ultimi anni, una rilevanza clinica e sociale di notevole dimensione.

Tali disturbi sono in aumento

Secondo gli attuali studi epidemiologici, nel mondo occidentale tali disturbi sono in considerevole aumento.
In Italia, ogni anno si registrano oltre 9000 nuovi casi, prevalentemente nella fasce di età pediatrica.

L’aumento dell’incidenza di questi disturbi e la complessità delle condotte patologiche hanno suscitato molto interesse verso tali problematiche, così misteriose e difficili da trattare, in quanto determinate, a seconda delle fasi dello sviluppo, da diversi fattori:

    • genetici,
    • biologici,
    • psicologici
    • sociali.

Di fronte a queste difficoltà vengono proposti approcci psicologici e medici che assicurano un intervento precoce, tempestivo ed adeguato per migliorare la prognosi di questi disturbi ed evitare le complicanze acute riducendone i rischi di cronicizzazione.

I disturbi dell’alimentazione

I disturbi dell’alimentazione sono disturbi della sfera psichica che si manifestano con problematiche relative all’assunzione del cibo e all’immagine corporea. Si manifestano in vario modo sia sul piano fisico che psicologico.

Tra i disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva si annovera il Picacismo

Il termine Pica (dal latino pica, gazza, per l’abitudine che hanno questi uccelli di ingoiare tutto ciò che trovano) designa la tendenza compulsiva a mangiare materiali non commestibili, tendenza molto comune tra i bambini, soprattutto nel loro primo anno di vita.

Il protrarsi di questo comportamento è frequente nei bambini con gravi ritardi mentali o che vivono in ambienti con forti deprivazioni e carenze.
Nell’adulto il picacismo è indice di un atteggiamento regressivo, e ricorre con una certa frequenza nelle condotte degli schizofrenici.

Leggendo l’elenco delle cose “strane” che i soggetti ingurgitano (sapone, terra, peli, argilla) è prevedibile che i rischi di intossicazione e complicazioni più gravi siano all’ordine del giorno. Tra il 10% e il 32% dei bambini da 1 a 6 anni ha questi comportamenti nell’alimentazione che se si prolungano nel tempo sono vere e proprie ossessioni da curare.

È presumibile, questa è l’ipotesi sostenuta nella maggioranza dei casi dai medici, che questo disturbo dell’alimentazione dipenda da una carenza di principi nutritivi dovuti a cattiva o non regolare alimentazione.

La causa dovrebbe dunque essere rimossa adeguando l’alimentazione del paziente alle carenze evidenziate. Essendo a tutti gli effetti un disturbo mentale vero e proprio e come tale riconosciuto dal DSM-IV, deve essere trattato da uno specialista con terapie volte a diminuire il disagio psicologico.

(Atti XXV SIPPS)

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