Molte persone sono insoddisfatte del loro aspetto fisico, e ovviamente questo di per sé non rappresenta un sintomo di interesse psichiatrico.
La semplice insoddisfazione per il proprio aspetto, diviene patologica quando i pazienti dismorfofobici ritengono che gli altri siano consapevoli della loro deformità fino al punto che l’ansia e la preoccupazione portano ad un disturbo della funzionalità sociale.
L’intera vita del paziente può essere sconvolta fino ad arrivare ad un isolamento sociale estremo e, in rari casi, a suicidi o tentati suicidi.
“La preoccupazione è cosi’ esclusivamente concentrata su un aspetto del corpo, vissuto come deformato, ripugnante, inaccettabile e ridicolo, che l’intera esistenza di un individuo e’ dominata da questa preoccupazione e nient’altro ha più significato “.
(Jahrreiss , Ipocondria della bellezza – 1930)
I disturbi dell’alimentazione possono essere secondari alla dismorfofobia come conseguenza di un’alterata percezione del corpo.
E’ possibile ipotizzare due diversi “percorsi” che associano l’anoressia nervosa al dismorfismo.
- Da un lato è infatti ragionevole pensare che l’anoressia sia una conseguenza del dismorfismo, come tentativo di controllare il proprio peso corporeo al fine di rendere il corpo adeguato al proprio ideale.
- Dall’altro lato è possibile ipotizzare il percorso diametralmente opposto, ovvero della dismorfofobia come conseguenza dell’anoressia. Oggi la dismorfofobia è comunque considerata un “criterio diagnostico” dell’anoressia nervosa.