È esperienza comune che le emozioni possono influenzale l’attività gastrointestinale, provocando sintomi come flatulenza, dolori addominali non importanti e variabili accompagnati da irregolarità dell’intestino.
Sono sintomi estremamente comuni e possono corrispondere a semplici disfunzioni o rappresentare manifestazioni di esordio di gravi malattie organiche.
Nell’ambito di questo quadro clinico si colloca la problematica diagnostica della sindrome dell’intestino irritabile.
La diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile è quasi sempre una sfida.
Per definizione è una diagnosi di esclusione.
È opinione generale che alcuni elementi di giudizio rendano improbabile una patologia organica.
Essi comprendono una lunga storia di sintomi:
- età relativamente giovanile
- assenza di calo ponderale
- sintomatologia dolorosa notturna
- sangue nelle feci
- presenza di disturbi della sfera emotiva.
Questa condizione colpisce quasi un terzo della popolazione; tuttavia una minoranza dei pazienti si rivolge al medico.
Consultare un medico non è detto che sia un fatto positivo per il singolo soggetto, dal momento che trasforma l’individuo in paziente e può avviare indagini diagnostiche costose, fastidiose, talvolta potenzialmente nocive, fino a creare un circolo vizioso, spesso più dannoso che utile, di terapie farmacologiche e non.
Una caratteristica importante della flatulenza è che abitualmente il dolore viene indicato con la mano aperta, come ad esprimere che non è localizzato in un punto specifico dell’addome.
È stato ipotizzato che la carenza di fibre alimentari nella dieta occidentale possa giocare un ruolo importante, perché la sindrome dell’intestino irritabile è praticamente sconosciuta in popolazioni come quelle africane, che assumo una dieta ricca di fibre.
A questo proposito è comunque consigliato assumere 5 porzioni (pari al volume del tuo pugno) di frutta e/o verdura ogni giorno.
Le intolleranze (es. glutine, lattosio) e le allergie alimentari possono provocare sintomi analoghi a quelli dei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile.
Si può facilmente calcolare che il costo sociale della sindrome, in termini di spese sanitarie e di assenze dal lavoro, è estremamente elevato.
Vuoi che almeno il tuo intestino sia meno “irritabile”?
Ecco gli alimenti sconsigliati:
- cioccolato
- caffè
- brioche (e lieviti in genere)
- vino
- superalcoolici
- cibi fritti e/o fermentati e/o affumicati
- selvaggina
- salumi
- acciughe
- molluschi
- taleggio
- gorgonzola
- pecorino
- insalata cruda
- funghi
- asparagi
- bietole
- cipolle
- carote
- cavolfiori
- cetrioli
- spinaci
- prezzemolo
- pomodori
- carciofi
- broccoli
- cavolini di Bruxelles
- cicoria
- ravanelli
- sottaceti
- legumi
- cipolle
- cavoli
- carciofi
- melanzane
- noci
- orzo integrale
- mele crude e con la buccia
- albicocche crude o disidratate
- kiwi
- mango
- agrumi
- pesche crude
- pere cocomero
- papaya
- frutti di bosco
- melone
- fichi
- prugne
- pane ai cereali
- tè
- bibite gassate.
Evitare (o limitare al massimo) il consumo di alimenti che possono indurre flatulenza, come legumi: ceci, lenticchie, piselli, fagioli, fagiolini. Attenzione poi ai carboidrati particolarmente ricchi in oligosaccaridi non digeribili, presenti sempre nei legumi.
Questi zuccheri sono indigeribili e non assorbibili per l’uomo, ma fermentabili a livello dell’intestino crasso dalla flora microbica intestinale.
Nei soggetti intolleranti al lattosio (lo zucchero del latte) è buona regola eliminare il latte, anche parzialmente scremato e sostituirlo con yogurt o latte delattosato.
Attenzione poi alle bibite ed ai dolci e alimenti ricchi di zuccheri solubili: fermentando a livello intestinale favoriscono o potenziano la flatulenza.
È il caso frappè, frullati, pasta sfoglia, maionese, panna montata, come anche i dolcificanti artificiali e gli alimenti dietetici e gli alimenti contenenti fruttosio.
Più in generale è sconsigliato seguire un regime dietetico sbilanciato, ricco di alimenti grassi e da junk-food (cibo spazzatura).
Gli alimenti consigliati?
- Pane non lievitato
- carni tenere
- pollo
- pesce
- uova
- pasta e riso non integrali
- patate
- cornflakes
- latte o yogurt
- formaggi freschi
- finocchi
- menta
- origano
- cumino
- semi di finocchio
- curcuma
- cavoli cotti
- sedano
- indivia
- lattuga
- zucca
- passato di pomodoro
- centrifugati di vegetali
- crescione
- zucchine
- mele cotte
- albicocche cotte
- banane
- ciliegie
- mirtilli
- spremute
- pesche ed ananas in scatola
- prugne cotte
- avocado.
In generale abbinare alimenti proteici a verdure fresche, bollite o cotte al vapore.