di Giorgio Pitzalis.
Oggi milioni di persone scelgono di eliminare il glutine dalla propria dieta per seguire la moda del momento
Nessuna ricerca ha finora dimostrato qualsivoglia effetto benefico per i non celiaci nell’alimentarsi senza glutine.
Gli studi scientifici stanno ampiamente dimostrando che, per tutta la popolazione, l’esclusione del glutine è inutile.
Nei non celiaci l’esclusione del glutine non riduce il rischio cardiovascolare, come alcuni sostenevano ritenendo che incrementasse il livello generale di infiammazione.
Anzi, l’alimentazione gluten-free nei non celiaci si associa a una riduzione del consumo di cereali integrali, con possibili effetti negativi proprio sul rischio cardiovascolare.
La dieta senza glutine è invece essenziale per i pazienti celiaci
In Italia si stimano circa 600.000 casi, pari all’1% della popolazione.
Ma i diagnosticati ad oggi sono appena 190000.
7 celiaci su 10 non sanno di avere questo problema.
La celiachia infatti è una malattia irreversibile e chi ne soffre deve nutrirsi senza glutine per tutta la vita, in ogni circostanza.
Ecco spiegato perché il Servizio Sanitario Nazionale eroga ai pazienti celiaci i prodotti dietetici senza glutine fino a un tetto massimo di spesa pari, in media, a 90 euro al mese per paziente.
La dieta del celiaco può e deve essere il più possibile varia
Deve includere soprattutto alimenti naturalmente privi di glutine quali mais, riso, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto ed altri cereali minori, oltre a verdura, frutta, legumi, latte e derivati, uova, carne e pesce.
La dieta senza glutine non dà nessun beneficio in termini di salute del cuore se a seguirla è una persona che non soffre di celiachia, anzi in questo caso potrebbe essere dannosa.
Lo afferma uno studio eseguito su 110mila soggetti della Columbia University e pubblicato dal British Medical Journal che ha seguito oltre 110.000 soggetti per 26 anni. Ha evidenziato che nei non celiaci l’esclusione dei glutine non riduce il rischio cardiovascolare.