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Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Cosa è noto su questo argomento dedicato al disturbo da deficit di attenzione e iperattività:

I modelli dietetici non salutari (di solito ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati e alimenti trasformati e poveri di frutta e verdura) sono spesso associati a disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

Cosa aggiunge questo studio:

È stata trovata una relazione positiva tra una minore aderenza alla dieta mediterranea e le diagnosi di ADHD. Non solo i nutrienti specifici ma anche l’intera dieta dovrebbero essere considerati nell’ADHD.

L’eziologia del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) continua a essere discussa, sebbene siano stati riconosciuti diversi fattori eziologici, inclusa la dieta. La scoperta comune è che i modelli dietetici malsani (cioè ricchi di grassi saturi e zuccheri raffinati e ridotti apporti di frutta e verdura) sono associati all’ADHD.

La dieta mediterranea è una dieta sana ed equilibrata che fornisce la maggior parte dei nutrienti nelle giuste proporzioni.

Tuttavia, la popolazione spagnola (e non solo!) si sta allontanando da questo modello tradizionale aumentando il consumo di alimenti trasformati e zuccheri raffinati, riducendo al contempo l’assunzione di frutta e verdura, perdendo di conseguenza i benefici della dieta mediterranea.

La prevalenza aggregata in tutto il mondo di ADHD è stata del 3,4% nei bambini e negli adolescenti. E’ stato ipotizzato che una bassa aderenza alla dieta mediterranea sarebbe associata ad un aumento della prevalenza della diagnosi di ADHD.

Sebbene il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) sia stato correlato a carenze nutrizionali e diete “malsane”, ad oggi non ci sono studi che hanno esaminato il rapporto tra la dieta mediterranea e l’ADHD.

Abbiamo ipotizzato che una bassa aderenza a una dieta mediterranea sarebbe positivamente associata ad un aumento della diagnosi di ADHD.

60 bambini e adolescenti (di età compresa tra 6 e 16 anni) di nuova diagnosi di ADHD e 60 controlli hanno partecipato allo studio.

Sono stati misurati l’energia, l’assunzione con la dieta, l’adesione a una dieta mediterranea e il contesto familiare. I criteri di esclusione erano i seguenti: QI <70, disturbo dello spettro autistico, psicosi, disturbi dello sviluppo e qualsiasi trattamento farmacologico ADHD o complemento nutrizionale (minerale / vitamina).

Una più bassa frequenza di consumo di frutta, verdura, pasta e riso e una più alta frequenza di saltare la colazione e mangiare nei fast-food erano associate alla diagnosi di ADHD ( p <.05). L’alto consumo di zucchero, caramelle, bevande a base di cola e bibite analcoliche ( p <.01) e il basso consumo di pesce grasso ( p <.05) sono stati anche associati a una maggiore prevalenza della diagnosi di ADHD.

Questo è il primo studio a dimostrare che la scarsa aderenza alla dieta mediterranea è associata a probabilità di una diagnosi di ADHD in bambini e adolescenti.

Sebbene i meccanismi che collegano la dieta di bassa qualità e l’ADHD siano ancora sconosciuti, una dieta squilibrata può portare a carenze di nutrienti essenziali o assunzioni più elevate di determinati componenti alimentari (ad esempio, additivi alimentari).

Esistono numerosi potenziali percorsi biologici attraverso i quali la qualità della dieta può avere un impatto sulla salute mentale.

Ad esempio, ferro e zinco, che contribuiscono a una crescita neurocognitiva e fisica sana, sono cofattori per la produzione di dopamina e noradrenalina, che svolgono entrambi un ruolo essenziale nell’eziologia dell’ADHD. Bassi livelli plasmatici di ferro, ferritina, e zinco sono stati trovati in bambini con ADHD.

Gli acidi grassi Omega-3 sembrano anche avere una relazione con l’ADHD.

L’impulsività e la disfunzione familiare potrebbero portare a una scelta peggiore degli alimenti, abbassando la qualità della dieta, che alla fine potrebbe portare a un basso apporto di determinati nutrienti.

Questa situazione può indurre alcune carenze nutrizionali subcliniche e, quindi, peggiorare i sintomi dell’ADHD.

Conclusioni:

Sebbene queste associazioni trasversali non stabiliscano la causalità, sollevano la questione se la bassa aderenza a una dieta mediterranea possa svolgere un ruolo nello sviluppo dell’ADHD.

I nostri dati supportano l’idea che non solo i “nutrienti specifici”, ma anche la “dieta intera” dovrebbero essere considerati nell’ADHD.

(tratto da Ríos-Hernández A. et al The Mediterranean Diet and ADHD in Children and Adolescents. Pediatrics February 2017, 139 (2) e20162027)

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