In Italia la metà della popolazione è in sovrappeso o obesa.
Ogni anno muoiono 57.000 persone
Ogni anno nel nostro Paese per le complicanze di questa malattia muoiono 57mila persone.
All’incirca mille a settimana, 150 al giorno e una ogni 10 minuti.
Sono i dati allarmanti che emergono dal position paper sull’obesità dal titolo ‘L’obesità è una malattia. Curabile’.
Questo è un documento di sintesi multidisciplinare realizzato da un advisory board coordinato dal professor Michele Carruba, presidente del Centro di Ricerca sull’Obesità dell’Università Statale di Milano, e composto da esperti di diverse società (Sio, Sicob, Adi e Associazione ‘Amici Obesi Onlus’).
Il lavoro è stato presentato il 10 novembre 2016 al Ministero della Salute.
Rappresenta il primo passo del progetto ‘Obesità 2020‘, patrocinato dall’European Association for the Study of Obesity (Easo).
Questo è nato a seguito di un’indagine che ha permesso di comprendere come l’obesità, malgrado chiare evidenze in questo senso, non sia considerata una malattia.
“L’obesità aumenta la probabilità di morte”
Questo è ciò che hanno spiegato gli esperti.
“Mediamente una persona obesa vive almeno sei anni di meno rispetto a una sana. Non solo: in media perde quasi dodici anni di vita in salute“.
L’Organizzazione mondiale della Sanità stima quindi che:
- circa il 58% del diabete mellito;
- il 21% delle malattie coronariche;
- quote comprese tra l’8 e il 42% di certi tipi di cancro
sono attribuibili all’obesità.
A queste vanno aggiunte:
- le patologie polmonari;
- cataratta;
- pancreatiti;
- malattie del fegato;
- patologie renali;
- insufficienza venosa;
- osteoartrosi;
- infertilità;
- disfunzione erettile;
- ipertrofia prostatica;
- asma;
- gotta;
- apnee notturne.
A livello globale sono circa 1,5 miliardi le persone adulte sovrappeso.
200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne sono obesi. Si tratta di valori raddoppiati rispetto al 1980 e le proiezioni stimano che entro il 2020 circa 2,5 miliardi di adulti saranno in sovrappeso e 700 milioni obesi.
I costi per la sanità pubblica
Diversi studi stimano che i costi diretti legati all’obesità rappresentino circa il 2-8% del totale dei costi sanitari a livello mondiale.
La spesa sanitaria sostenuta da un obeso sia in media il 25% più alta di quella di un soggetto normopeso.
“In Italia, grazie ad uno studio del progetto SiSSI- hanno proseguito gli esperti- si calcola che l’obesità sia responsabile del 4% della spesa sanitaria nazionale per un totale di circa 4,5 miliardi di euro nel 2012.
In termini assoluti un obeso severo/molto severo costa ogni anno tra i 450 e i 550 euro in più rispetto a una persona normopeso.
Il 59% della spesa totale per singola persona obesa è legato all’ospedalizzazione, mentre il restante 41% a spese extra ospedaliere come farmaci e prestazioni ambulatoriali“.
Il costo annuo dell’obesità arriverebbe addirittura a più di 22 miliardi di euro se si calcolassero anche i costi complessivi delle patologie correlate all’obesità.
Prevenzione
È stato realizzato Uno studio dal Ceis-Università Tor Vergata di Roma in collaborazione con l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici).
Questo ha dimostrato che attraverso la prevenzione in Europa si potrebbero ottenere risparmi “per 150 miliardi di euro nell’arco di circa 45 anni, grazie a minori spese per diabete, ipertensione, ictus e malattie cardiache”.
E lo stesso intervento per l’Italia potrebbe portare a risparmiare “oltre 36 miliardi in un arco temporale di circa 40 anni“.