A cura di Giorgio Pitzalis
La prima colazione è davvero fondamentale.
Al risveglio è necessaria una buona carica di nutrienti per affrontare l’intera giornata. Per questo motivo la prima colazione deve rappresentare circa il 20% dell’apporto calorico giornaliero.
Fare la prima colazione aiuta a bilanciare la fame che si ha durante il giorno, regola la produzione della massa muscolare e aiuta a perdere peso più facilmente.
Inoltre la colazione è un bellissimo momento da passare in famiglia.
Svegliarsi tutti insieme e mangiare qualcosa prima di dividersi per le proprie faccende è un momento davvero magico della giornata, per alcuni il più bello.
Purtroppo, in Italia, la prima colazione è spesso screditata o saltata e un ridotto o assente consumo di latte o yogurt, costituisce il primo e più diffuso errore alimentare.
Con il miracolo economico dei primi anni Sessanta, le abitudini alimentari degli italiani tendono a omologarsi ai Paesi più ricchi.
Per esempio il caffè. Fino agli anni Cinquanta era considerato un alimento prezioso perché costoso, un bene di lusso da offrire agli ospiti.
L’orzo era il solo “compagno” del latte nella colazione del mattino. Con il boom economico il caffè diventa la bevanda più frequente nella giornata degli italiani, “sociale” per eccellenza.
Anche oggi nella prima colazione italiana il caffè resta l’elemento principe, in molte preparazioni diverse. Il cappuccino ne è la variante “friendly”.
Quindi, convincere gli italiani a non bere il solito caffè può essere una impresa complessa ma non impossibile.
È comunque urgente porre mano a questa problematica nutrizionale, anche perché si vanno diffondendo nuove “mode”, assolutamente non salutari, circa nuove bevande, erroneamente chiamati “latti” e che, se da un lato riducono l’apporto del latte “vero”, dall’altro trascinano la salute sociale verso territori non esplorati e di dubbio giovamento.
In Italia negli ultimi 5 anni il consumo pro-capite di latte è sceso del 24,5% (40 kg/anno).
La crisi economica ha comportato un maggior acquisto di latte a lunga conservazione, molto più economico di quello fresco, e di formaggi freschi, meno costosi di quelli stagionati.
Quindi, attenzione alle fake news mediatiche sul latte: in fondo, se oltre 2 miliardi di individui, sono competenti a digerire il latte, un motivo evoluzionistico ci sarà o, improvvisamente, ci dobbiamo piegare passivamente al santone di turno? Noi no.
To be continued…