La quarta revisione dei LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia) pubblicata ad ottobre 2014 – a diciotto anni dall’ultima revisione e grazie al lavoro di una grande commissione di esperti – rappresenta un utile strumento per la ricerca e la pianificazione nutrizionale nel singolo individuo e nei gruppi di popolazione.
I LARN 2014 forniscono nuovi valori di riferimento per energia e nutrienti per la popolazione generale italiana tenendo conto di quelle che sono considerate situazioni “particolari” della vita, quali gravidanza, allattamento, età evolutiva, età geriatrica e attività fisica.
A proposito dell’età evolutiva, i cambiamenti rispetto alla versione precedente dei LARN del 1996 sono, in alcuni casi, notevoli.
I cambiamenti riscontrati
Un’importante novità è rappresentata dalla riduzione, in tutte le fasce d’età, del fabbisogno proteico rispetto a quanto raccomandato precedentemente.
In accordo con quanto dimostrato da diversi studi osservazionali e d’intervento questa riduzione assume notevole importanza nella primissima infanzia.
Sebbene si tratti di un argomento ancora dibattuto, sembra, difatti, esser presente un’associazione positiva tra elevata assunzione proteica (>15% dell’apporto energetico complessivo) nelle prime fasi della vita e aumentato rischio di sviluppare obesità e “non-communicable diseases” nelle epoche successive.
In relazione ai carboidrati e al fruttosio
Anche riguardo l’apporto di carboidrati la percentuale di energia derivante dai carboidrati passa dal 55-60% al 45-60% (intervallo di riferimento, RI), un range quindi più ampio.
Inoltre, mentre nel 1996 si raccomandava che il livello di zuccheri semplici nella dieta non dovesse superare il 10-12% dell’energia giornaliera e che potesse essere accettabile una presenza di zuccheri semplici sino al 15-16% dell’energia, la quarta revisione dei LARN raccomanda di limitare l’assunzione di zuccheri semplici a valori inferiori al 15% dell’energia, comprendente sia il livello di zuccheri semplici presenti naturalmente negli alimenti sia quelli aggiunti.
Non solo la quantità di carboidrati ma quindi anche la qualità. È importante, infatti, limitare l’assunzione di zuccheri semplici, provenienti ad esempio da succhi di frutta, bevande zuccherine e dolciumi in generale, alimenti molto presenti nella dieta dei bambini.
Limitare l’utilizzo di fruttosio come dolcificante cosi come il consumo di alimenti e bevande formulati con fruttosio.
Meglio prediligere, inoltre, alimenti a basso indice glicemico e garantire il giusto apporto di fibra (in età evolutiva = 8,4 g/1000 kcal), preferendo alimenti naturalmente ricchi in fibra alimentare quali cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
Per i lipidi
Per quel che riguarda i lipidi, nel secondo semestre di vita i fabbisogni della popolazione rappresentata dai piccoli lattanti sembrano soddisfatti da una percentuale di energia derivante dai lipidi pari al 40%.
Durante la primissima infanzia (1-3 anni) si considera ottimale che ben il 35-40% dell’energia totale derivi da lipidi.
Infine, per i bambini di età superiore ai 4 anni, cosi come per l’adulto, l’intervallo di riferimento risulta compreso tra il 20-35% dell’energia totale, aumentando quindi la sua ampiezza rispetto a quanto indicato nei LARN 1996 (25-30% En a partire dai 2 anni).
Si conferma, inoltre, l’attenzione a mantenere un apporto di grassi saturi inferiore al 10% dell’energia totale e a limitare quanto più possibile l’assunzione di acidi grassi trans, correlati allo sviluppo di patologie cardiovascolari e aterosclerosi.
Importante, inoltre, la parte dedicata agli acidi grassi polinsaturi omega-3: nel bambino di età superiore ai due anni sembra adeguata un’introduzione pari a 0,5-2% dell’energia, con almeno 250 mg/die sotto forma di EPA+DHA.
Nel bambino con meno di due anni, invece, l’assunzione di ulteriori 100 mg/die di DHA oltre ai 250 mg/die di EPA-DHA sembra sufficiente a soddisfare il fabbisogno di questa particolare categoria, anche in relazione ad una possibile influenza sullo sviluppo neurologico e cognitivo.
Per concludere
Infine, è bene ricordare che i lattanti e i bambini sono i gruppi maggiormente vulnerabili a deficit di vitamine e minerali, a causa dell’elevata quantità di macronutrienti di cui necessitano per la crescita.
La quarta revisione dei LARN dedica a ciascun micronutriente grande attenzione, fornendo diversi valori di riferimento, che vanno dall’assunzione raccomandata per la popolazione (PRI) e assunzione adeguata (AI) al livello massimo tollerabile di assunzione (UL), differenti in base alle diverse fasce d’età ed esigenze.
Da non dimenticare l’acqua: i livelli di assunzione di riferimento sono espressi come valori di assunzione adeguata (AI) e si muovono tra gli 800 ml/die, a 6-12 mesi, fino ai 2000-2500 ml/die, durante adolescenza ed età adulta, in base al sesso.
Anche la scelta dell’acqua potrà esser rilevante all’interno di uno schema alimentare equilibrato per il bambino.
L’utilizzo di acque ricche di alcuni sali minerali, ad esempio, potrebbe facilitare il soddisfacimento del fabbisogno di alcuni micronutrienti. Sarà compito dell’esperto, quindi, utilizzare al meglio tale “nuovo” strumento ed i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia indicati, superando anche eventuali criticità, per pianificare schemi nutrizionali adeguati a soddisfare i fabbisogni del bambino in crescita.