I disturbi dello spettro autistico (ASD, Autism Spectrum Disorders), colpiscono 1 bambino ogni 70 ed interessano maggiormente i maschi rispetto alle femmine (in un rapporto di 5 ad 1).
Questa patologia ha una estrema variabilità e gravità dei sintomi
In circa il 50% dei pazienti è presente ritardo mentale.
Attualmente un’alta percentuale (60-70%) di bambini con spettro autistico divengono adulti non autosufficienti. Continuano ad aver bisogno di cure per tutta la vita.
Nella maggior parte dei casi è nel periodo compreso tra i 10 ed i 20 mesi che iniziano a diventare particolarmente evidenti i sintomi riferibili a un disturbo dell’interazione e della comunicazione sociale.
La diagnosi di ASD è considerata sufficientemente stabile dai 2 ai 3 anni.
Allo stato attuale la diagnosi di ASD è basata esclusivamente su criteri comportamentali. Non esistono indagini di laboratorio e/o strumentali sufficientemente affidabili che possano confermare il sospetto clinico.
Ciò comporta la necessità di avvalersi di centri specializzati per la diagnosi e di professionisti della salute mentale del bambino (neuropsichiatri infantili e psicologi dell’età evolutiva).
Quali sono i primi segni clinici?
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- atipie dello sguardo (sfuggenza dello sguardo, difficoltà di agganciare lo sguardo);
- assenza di sorriso sociale e di imitazione del comportamento altui;
- ridotta attenzione al messaggio verbale, tanto da far dubitare il genitore delle capacità uditive del bambino;
- il bambino tende a rimanere isolato, non richiede la partecipazione dell’altro nelle sue attività
La M-CHAT (The modified checklist for autism in toddler, 2001) è il più utilizzato tra i test di screening. È somministrabile direttamente ai genitori, anche in sala di attesa tra i 18 ed i 24 mesi di vita del bambino.