Il lockdown, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto sulla vita di tutti i giorni, creando un prolungato periodo di incertezza per tutti, compresi i bambini.
Per ridurre la diffusione del virus sono state attuate diverse misure, tra cui lockdown nazionali e chiusure scolastiche con successiva didattica a distanza attraverso classi digitali.
Secondo le evidenze disponibili, queste restrizioni hanno portato a un temporaneo isolamento sociale e alla conseguente riduzione degli stimoli cognitivi e fisici, con potenziali effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini.
Inoltre, è noto che l’isolamento tende a essere correlato con una maggiore esposizione allo schermo, una ridotta attività fisica e movimento, abitudini alimentari peggiori e disturbi del sonno.
I dati di 3392 bambini di età compresa tra 1 e 10 anni sono stati raccolti attraverso un sondaggio on-line anonimo distribuito dalla rete SICuPP (“Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche”) Lombardia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano Bicocca e “Bambini Bicocca” (“Bambini Bicocca”).
Sono state raccolte informazioni demografiche sui bambini, inclusi, tra l’altro, l’età, il sesso e il numero dei fratelli.
Sono state inoltre studiate le caratteristiche della casa, il numero e la tipologia dei dispositivi tecnologici disponibili nella famiglia.
Inoltre, i genitori hanno compilato domande a scelta singola o multipla sul comportamento della loro prole per quanto riguarda:
- sonno
- alimentazione
- stato emotivo,
- rapporto con fratelli, genitori, coetanei
- uso delle tecnologie digitali
- esperienza DL
Riguardo alle abitudini quotidiane del proprio figlio, ai genitori è stato chiesto dei possibili cambiamenti durante il lockdown nei rapporti tra:
bambini e genitori o fratelli (“positivo”, “negativo”, “nessun cambiamento rilevante”), nel sonno (“ore ridotte di sonno”, “notte risvegli”, “incubi”, “sonnolenza diurna”, “difficoltà ad addormentarsi”) e abitudini alimentari tra cui “modifica dell’appetito” (diminuito, non modificato, aumentato) e “consumo di spuntini fuori pasto” (diminuito, non modificato, aumentato ).
Sono stati inoltre richiesti l’insorgenza di irritabilità/capricci:
(per bambini di età compresa tra 1 e 5 anni) o irritabilità/rabbia (per bambini di età compresa tra 6 e 10 anni), disturbi dell’attenzione (ad es. ridotta capacità di concentrarsi su un compito) dei bambini.
I dati sono presentati come frequenza e percentuali.
La possibile relazione tra la presenza di disturbi del sonno, dell’attenzione e dell’umore (per i bambini più piccoli) o irritabilità (per i bambini più grandi) (variabili dipendenti) e fattori eventualmente associati è stata esplorata mediante analisi di regressione logistica multipla.
Sono state considerate le seguenti variabili indipendenti:
- età
- sesso
- numero di fratelli
- modifiche del rapporto tra genitori o tra genitori e figlio durante il lockdown
- lavoro a distanza dei genitori
- presenza di uno spazio esterno in casa
- utilizzo di dispositivi digitali (> 4 h/giorno nei bambini più grandi e > 2 h/giorno nei bambini più piccoli)
- tempo dedicato alla visione della TV.
Questo studio mette in evidenza le conseguenze sia negative che positive del periodo di blocco nei bambini.
Nel complesso, mostra un aumento dell’irritabilità, alterazioni del sonno e delle abitudini alimentari, disturbi dell’attenzione e uso eccessivo delle tecnologie digitali.
Tuttavia, è stato segnalato frequentemente anche un miglioramento delle relazioni familiari.
Il miglioramento delle relazioni tra genitori e figli e il lavoro a distanza dei genitori ha influenzato positivamente i disturbi dell’umore.
Allo stesso modo, i disturbi dell’attenzione erano associati a un peggioramento delle relazioni tra genitori e figli e al tempo trascorso davanti allo schermo di oltre 2 ore.
I dati sul ruolo della relazione tra genitori e figli durante il lockdown supportano il presupposto che i bambini servano da “barometri emotivi” per la loro famiglia e spesso riflettano il livello di stress dei genitori e dei caregiver.
Inoltre, questi dati evidenziano ulteriormente l’associazione tra benessere dei genitori e salute dei bambini.
L’aspetto più innovativo di questo studio che merita ulteriori approfondimenti è il possibile ruolo positivo del lavoro a distanza dei genitori sul benessere dell’intera famiglia.
In conclusione questo studio riporta i dati più aggiornati sugli effetti del lockdown pandemico COVID-19 sui bambini italiani di età compresa tra 1 e 10 anni, con un focus sui cambiamenti nella vita quotidiana, nei comportamenti, nelle relazioni sociali, nell’uso delle tecnologie digitali e nell’esperienza di apprendimento a distanza.
Il cambiamento delle relazioni familiari, il lavoro a distanza dei genitori e il tempo davanti allo schermo sono stati associati al sonno, alle modifiche emotive e comportamentali.
Questi dati mostrano che i pediatri e le autorità sanitarie dovrebbero indirizzare gli sforzi per sostenere le relazioni all’interno delle famiglie.
Anche il lavoro a distanza dei genitori potrebbe svolgere un ruolo importante e positivo sulla salute dei bambini.