Vaccinazione contro la poliomielite
Tutti i vaccini oggi a disposizione nel nostro Paese sono inattivati e potenziati.
Questo vaccino deve essere somministrato con un ciclo a 4 dosi per via intramuscolare, di cui le prime 3 al terzo, quinto e undicesimotredicesimo mese, sempre utilizzando il vaccino esavalente combinato, e la quarta dose al sesto anno, preferenzialmente utilizzando il vaccino combinato tetravalente (DTPa/IPV).
Molti Paesi hanno introdotto la quinta dose di antipolio, allungando la protezione per questa malattia oltre l’adolescenza.
Questa scelta è condivisibile in considerazione della sostituzione avvenuta ormai da oltre un decennio anche in Italia del vaccino polio attenuato con quello IPV, che a differenza del primo non induce immunità mucosale.
A causa di ciò è pertanto possibile (per quanto improbabile) la ricircolazione di virus selvaggi o virus Sabin-like di origine vaccinale, particolarmente se reintrodotti da soggetti provenienti da aree ancora endemiche o in cui si siano verificati focolai epidemici.
Peraltro, studi di sieroepidemiologia avevano mostrato, anche per i vaccinati con vaccino vivo e attenuato nell’infanzia, un calo dei titoli protettivi nell’adolescenza. Per questo una dose di vaccino combinato tetravalente (dTpa/IPV) costituisce un’alternativa migliorativa in termini di potenzialità preventive al richiamo dTpa nell’adolescente.
Le recenti recrudescenze della poliomielite in aree dalle quali era stata eliminata (si vedano i casi in Siria e la circolazione del virus selvaggio in Israele nel 2013-14 quali esempi), e il richiamo ad una particolare vigilanza emanato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità rendono l’aggiunta della componente IPV al richiamo previsto in età adolescenziale particolarmente importante e quindi fortemente raccomandata.
(Fonte. Ministero della Salute)