È improbabile che la prima colazione sia esistita prima dello sviluppo dell’allevamento, dell’agricoltura e dell’acquisizione della capacità di conservare il cibo.
Prima di allora “il pasto” in generale era il risultato di una caccia fortunata o di fortuiti ritrovamenti di erbe, radici, frutti, fiori, larve o insetti.
La prima colazione, in particolare, richiedeva e tutt’oggi prevede la preventiva acquisizione di cibo.
Di fatto, le prime notizie sulla “prima colazione” si trovano nell’Odissea (VIII sec. a.C.) dove il pasto di Ulisse di primo mattino è costituito da avanzi di maiale consumato la sera precedente, accompagnati da pane e vino con l’aggiunta di miele (Odissea, Libro 16).
“E di nuovo Ulisse si pose a sedere. E il porcaio verdi virgulti al suolo dispose; e di sopra una coltre; e quivi allor sedè d’Ulisse il diletto figliuolo.
Ed il porcaro ad essi sui piatti le carni arrostite mise dinanzi, rimaste dal giorno innanzi alla mensa, entro i canestri ammucchiò sollecito il pane, ed infuse entro una coppa d‘ ellera il vino piú dolce del miele; ed egli stesso sedè dinanzi ad Ulisse divino”.
Nel Vangelo secondo Luca, la colazione dei pescatori del lago di Tiberiade (Luca: 5, 1-11) che avevano trascorso la notte in mare a pescare, consisteva, invece, in pane e pesci abbrustoliti sul fuoco.
Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone:
«Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
Simone rispose:
«Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:
«Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 1così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Come testimoniato negli epigrammi di Marziale, la prima colazione sembra essere stata una presenza importante nell’antica Roma, come parte di un modello alimentare già strutturato in tre pasti:
- colazione (ientaculum)
- pranzo (prandium)
- cena (caenam).
Questo modello invece venne meno nel corso del Medio Evo a seguito delle discese dei “barbari”, con il sopravvento della cultura germanica e di quella anglosassone.
Le tribù germaniche infatti consumavano due soli pasti al giorno, il principale dei quali al mattino e uno più leggero nel pomeriggio.
In tempi in cui ci si svegliava all’alba per eseguire i primi lavori della giornata, si faceva un abbondante pasto (curiosamente chiamato “dinner”) intorno alle 9.00 del mattino.
Probabilmente, anche a causa del miglioramento delle condizioni di vita, l’illuminazione artificiale e la moderna organizzazione del lavoro, nel corso dei secoli quest’orario si è spostato progressivamente in avanti fino a fondere addirittura il dinner con il pasto serale (“supper”) e a rendere indispensabile l’introduzione di un altro pasto al mattino presto.
Dunque, il breakfast di oggi è quello che era il dinner di un tempo, termine derivante dal tardo latino disjejunere, cioè interruzione del digiuno.
Anche la religione ha influenzato in qualche modo l’atteggiamento nei confronti della prima colazione, relegata da Tommaso D’Aquino tra i peccati di gola (Summa Theologica,1265-1274).
Di fatto, probabilmente fino al XV secolo, l’abitudine prevalente era il consumo di soli due pasti al giorno.
I moralisti non vedevano di buon occhio l’interruzione del digiuno notturno ad un’ora troppo mattutina, quindi i membri della chiesa e le classi medio-alte evitavano di farlo.
Per ragioni pratiche, la colazione del mattino veniva comunque consumata dalle classi lavoratrici ed era tollerata per i bambini, per le donne, per gli anziani e gli ammalati.
Dal momento però che la chiesa predicava contro i peccati di gola e le altre debolezze della carne, gli uomini tendevano a vergognarsi dell’abitudine alla colazione, considerata segno di debolezza.
A partire dal XVI secolo però si riafferma l’idea che la prima colazione sia un pasto importante. In quel periodo i più poveri consumavano per colazione farinate a base di avena, riso e altri cereali, mentre i nobili e i più ricchi aggiungevano uova e carne.
L’abitudine al consumo di una colazione abbondante, ulteriormente arricchita dall’arrivo in Europa del tè, del caffè e del cacao, prese piede anche negli Stati Uniti.
Per concludere, la prima colazione è davvero fondamentale.
Al risveglio è necessaria una buona carica di nutrienti per affrontare l’intera giornata.
Per questo motivo deve rappresentare circa il 20% dell’apporto calorico giornaliero.
Fare colazione aiuta a bilanciare la fame che si ha durante il giorno, regola la produzione della massa muscolare e aiuta a perdere peso più facilmente.
Inoltre la colazione è un bellissimo momento da passare in famiglia.
Svegliarsi tutti insieme e mangiare qualcosa prima di dividersi per le proprie faccende è un momento davvero magico della giornata, per alcuni il più bello.
Purtroppo, in Italia, la prima colazione è spesso screditata o saltata e un ridotto o assente consumo di latte o yogurt, costituisce il primo e più diffuso errore alimentare.
Con il miracolo economico dei primi anni Sessanta, le abitudini alimentari degli italiani tendono a omologarsi ai Paesi più ricchi.
Fino agli anni Cinquanta il caffè era considerato un alimento prezioso perché costoso, un bene di lusso da offrire agli ospiti.
L’orzo era il solo “compagno” del latte nella colazione del mattino.
Con il boom economico il caffè diventa la bevanda più frequente nella giornata degli italiani, “sociale” per eccellenza.
Anche oggi nella prima colazione italiana il caffè resta l’elemento principe, in molte preparazioni diverse.
Il cappuccino ne è la variante “friendly”. Quindi, convincere gli italiani a non bere il solito caffè può essere una impresa complessa ma non impossibile.
È comunque urgente porre mano a questa problematica nutrizionale, anche perché si vanno diffondendo nuove “mode”, assolutamente non salutari, circa nuove bevande, erroneamente chiamati “latti” e che, se da un lato riducono l’apporto del latte “vero”, dall’altro trascinano la salute sociale verso territori non esplorati e di dubbio giovamento.
In Italia negli ultimi 5 anni il consumo pro-capite di latte è sceso del 24,5% (40 kg/anno).
La crisi economica ha comportato un maggior acquisto di latte a lunga conservazione, molto più economico di quello fresco, e di formaggi freschi, meno costosi di quelli stagionati.
Il consiglio:
cerca di fare sempre la colazione del mattino.
Fra gli alimenti scegli latte o yogurt con fette biscottate o biscotti secchi.
Ricorda:
né il tè né i succhi di frutta possono sostituire il latte! Puoi aggiungere a questa colazione anche della frutta di stagione.
Tratto da:
- Società Italiana di Nutrizione Umana e Società Italiana di Scienze dell’alimentazione. Documento SINU – SISA per la Prima Colazione. Roma: SINU, SISA 2018.
- Giorgio Pitzalis “Il latte, compagno di vita”. 2018. Latte Sano. Roma