A cura di Giorgio Pitzalis
Una corretta educazione alimentare è indispensabile per evitare condizioni e patologie correlate al sovrappeso e/o all’obesità.
In particolare in età pediatrica errori od eccessi alimentari hanno effetti non solo immediati sull’accrescimento del bambino ma anche sul “programming” endocrino-metabolico dell’individuo, condizionandolo quindi per tutta la vita.
Ogni trattamento dietoterapico sarà sicuramente più efficace se iniziato nelle prime epoche delle vita.
Attualmente, in Italia, 4 bambini su 10, in età scolare, sono sovrappeso od obesi. Abbiamo per questo il triste primato europeo e il trend non accenna a migliorare.
La funzione del pediatra.
Primo e spesso unico nutrizionista della famiglia, è fondamentale per assicurare un attento follow-up staturo-ponderale e una corretta sorveglianza delle abitudini alimentari del nucleo familiare durante tutta l’epoca evolutiva.
La refezione scolastica.
Rappresenta, di solito, un cambiamento nelle consuetudini alimentari che stimola la curiosità del bambino e favorisce una migliore disponibilità verso i nuovi sapori.
Il pranzo a scuola ha soprattutto una valenza affettiva e relazionale e assume un significato più ampio della semplice somministrazione di cibo e principi nutritivi: è un momento di condivisione e di familiarizzazione con gli altri bambini e con gli insegnanti.
Le tabelle dietetiche adottate dalla ristorazione scolastica fanno riferimento ai LARN e soddisfano per il 40% il fabbisogno giornaliero per ogni fascia d’età. Mangiare a scuola può rappresentare quindi, non solo nutrirsi ma anche apprendere.
In generale, il comportamento alimentare è uno dei fattori mediante il quale i genitori hanno l’opportunità di capire il bambino; ma, attenzione: anche il bambino ne ricava le sue impressioni su mamma e papà!