A cura del Dott. Giorgio Pitzalis
l peperoncino ritarda la morte? Il ruolo della dieta nella salute è diventato sempre più rilevante e studiato.
Negli ultimi 40 anni, il numero di articoli PubMed che indicizzano la dieta è aumentato di almeno il 700%.
Sebbene gran parte dell’attenzione si sia concentrata sui macro e micronutrienti, sono stati studiati anche gli aspetti gastronomici.
I peperoni e altre spezie sono stati a lungo utilizzati per colorare, insaporire e conservare gli alimenti, oltre che per scopi medicinali.
Sulla base delle teorie di Ippocrate e Galeno, si pensava che le spezie aiutassero a ripristinare gli squilibri umorali responsabili di malattie e malattie in epoca medievale.
I benefici delle spezie e dei loro composti bioattivi sono stati da allora suggeriti da vari modelli in vitro, in vivo e sperimentali.
Il peperoncino ritarda la morte? Le spezie pungenti, ad esempio il peperoncino, aumentano il catabolismo lipidico in diversi organi e tessuti, che potrebbe proteggere dall’ipercolesterolemia e dall’obesità, riducendo i rischi di ipertensione, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari aterosclerotiche.
- L’attività antimicrobica delle spezie, come evidenziato dagli effetti inibitori nei confronti di H. Pylori e altri batteri e funghi, possono alterare il microbiota intestinale e influenzare varie malattie metaboliche.
- Molte spezie possiedono effetti antiossidanti e antinfiammatori e potrebbero servire a prevenire e mitigare varie malattie croniche.
- Esiste una relazione inversa tra la produzione di spezie (e, presumibilmente, il consumo) e l’incidenza del cancro.
L’indagine NHANES III dal 1988 al 1994 includeva 33.199 pazienti. Dopo aver escluso bambini e adulti mancanti del risultato, sono stati analizzati 16.179 partecipanti idonei.
Gli adulti che consumavano peperoncini rossi piccanti avevano un rischio di morte inferiore del 13% rispetto a quelli che non lo facevano.
Il peperoncino ritarda la morte? Sebbene il meccanismo con cui i peperoni potrebbero ritardare la mortalità sia tutt’altro che certo, i canali Transient Receptor Potential (TRP), che sono i recettori primari per agenti pungenti come la capsaicina (il componente principale nei peperoncini), possono in parte essere responsabili della relazione osservata.
- L’attivazione del TRP vanilloide di tipo 1 (TRPV1) sembra stimolare i meccanismi cellulari contro l’obesità, alterando i mediatori del catabolismo lipidico e della termogenesi.
- La protezione contro l’obesità riduce il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche e polmonari. La capsaicina può anche difendersi dalle malattie cardiache attraverso una modulazione del flusso sanguigno coronarico mediata da TRP.
- Proprietà antimicrobiche della capsaicina può influenzare indirettamente l’ospite alterando il microbiota intestinale.
Ad esempio, i cambiamenti nella composizione batterica, nella produzione di metaboliti e nel numero di colonie sono stati collegati all’obesità, al diabete, alle malattie cardiovascolari e alla cirrosi epatica, sebbene i meccanismi di queste associazioni siano sconosciuti.
Fattore nucleare potenziatore della catena leggera kappa delle cellule B attivate (NF-κB), un importante regolatore della crescita cellulare, è inattivato da varie spezie, inclusa la capsaicina, e potrebbe mediare effetti antitumorali. - Infine, i peperoncini rossi piccanti contengono anche altri nutrienti, tra cui le vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina pro-A, che possono in parte spiegare il suo effetto protettivo.
In conclusione il consumo di peperoncino rosso piccante è stato associato a una riduzione del 13% del rischio di morte istantanea.
In questo ampio studio prospettico basato sulla popolazione, il consumo di peperoncino rosso piccante è stato associato a una ridotta mortalità.
I peperoncini rossi piccanti possono essere una componente benefica della dieta.