Il cibo come terapia

Il cibo come terapia

È importante, fin dai primi anni di vita, evitare la “Weight Cycling Syndrome” (Sindrome da oscillazione del peso).

Il peso ripreso durante un programma dietoterapico risulta “qualitativamente” più ricco di massa grassa rispetto all’originario peso perduto. Periodi di restrizione calorica inadeguata possono determinare, paradossalmente, un aumento del peso corporeo.

Il controllo dell’apporto alimentare rappresenta il presidio terapeutico fondamentale dell’obesità essenziale, unitamente all’incentivazione dell’attività fisica.

Il cibo come terapia.

Nel bambino sovrappeso-obeso il programma dietoterapico deve poter essere seguito dai componenti della famiglia al fine di migliorare l’educazione alimentare di tutti i componenti il nucleo familiare.

Devono anche essere evidenziati i molteplici problemi, anche di natura psicologica, correlati all’obesità.

Si mangia per vivere, non si vive per mangiare!

Il cibo come terapia

D’altra parte, il cibo non deve costituire il passe-partout di ogni richiesta o disagio fisico o mentale.

Le numerose (oltre 40) diete ipocaloriche da “Best Seller” risultano estremamente squilibrate in termini di macro e micronutrienti ed assolutamente da proscrivere in età pediatrica, quando al soggetto devono essere assicurati adeguati apporti di nutrienti per un armonico sviluppo antropometrico e puberale.

E lo psicologo cosa dice?

“Se il cibo è portatore di benessere, ma anche di ansia, ecco una scorciatoia per stare meglio: concentrare l’ansia su di un unico oggetto, il cotto o il crudo o il sangue, ed eliminarlo.

Si può comunque essere crudisti o vegetariani anche per motivi etici oppure, o semplicemente, per moda”. 
(Gianna Schelotto da “l’Espresso” 13 settembre 2001 pag. 89)

La dieta integrata è una dieta a basso contenuto calorico. In genere si suddivide in otto pasti (prima colazione, seconda colazione, spuntino, prima di pranzo, pranzo, spuntino, prima di cena, cena) e si basa sui gruppi di persone, i “biotipi”, simili dal punto di vista fisico, psicologico e comportamentale.

In base al gruppo di appartenenza viene associata la dieta, gli esercizi di ginnastica e gli integratori alimentari.

In genere, per due giorni si mangiano prevalentemente alimenti ricchi di carboidrati e proteine vegetali, per tre giorni alimenti con proteine animali, mentre un giorno è libero, ossia si mangia senza seguire delle regole precise.

I gruppi sono quattro:

  • al primo appartengono le donne con accumulo di grasso e cellulite su gambe e cosce, spesso dovuti a problemi di circolazione;
  • al secondo gruppo appartengono le donne molto sedentarie con accumulo di grasso su addome e fianchi;
  • al terzo gruppo donne dopo la menopausa e uomini in cui lo strato adiposo si accumula nella parte superiore del corpo;
  • al quarto gruppo donne e uomini con grasso distribuito in tutto il corpo causato da un’alimentazione eccessiva (fumo, fumo, fumo tanto!).

Esaminiamo ora le diverse diete

A – Zuccheri ai minimi termini

Il cibo come terapia

Le diete che riducono drasticamente gli alimenti del tipo pane, pasta, riso, patate, frutta ed ortaggi (principali fonti di carboidrati) si basano sul presupposto che è impossibile trasformare i grassi alimentari in grassi di deposito senza la presenza di carboidrati.

Oltre ad uno stato di acidosi, le diete a bassissimo contenuto di carboidrati possono dare: nausea, affaticamento ed aumento dei livelli di acido urico nel sangue, con rischio di gotta e di calcolosi renale.

1 – Dieta Atkins

(Proteine= 24%, Carboidrati= 14%, Lipidi =62%)

Limita drasticamente gli alimenti che contengono glucidi, sia semplici che complessi (zuccheri, pasta, pane, riso, legumi, patate), mentre viene data via libera a proteine e grassi (carni, uova, pesce, formaggi, alcool, caffè, tè).

Sono esclusi anche tutti i legumi verdi (es. piselli, fave).

Questa dieta  è assolutamente sbilanciata e molto ricca di grassi che forniscono circa il 70% delle calorie.

2 – Dieta punti o dieta dell’astronauta

(Proteine= 25%, Carboidrati= 30%, Lipidi=45%)

È una variante della dieta Atkins e rappresenta una forma di grossolana volgarizzazione delle diete ipoglicidiche, proposte da oltre 40 anni per il trattamento dell’obesità.

Mentre i formaggi grassi, salsicce e burro possono essere assunti liberamente, patate e frutta sono fortemente limitati.

Conclusioni: non raccomandabili


B – Diete iperproteiche

Il cibo come terapia

1 – Dieta a zona

Ogni pasto deve essere costituito da una quantità di calorie proveniente per il 40% da glucidi, per il 30% da protidi e per il restante 30% da lipidi.

I carboidrati dovrebbero essere prevalentemente a basso indice glicemico (verdura, certi tipi di frutta come mele, pere o arance, pasta, meglio se integrale), i grassi dovrebbero provenire grosso modo per un 33% da grassi saturi (esempio: quelli presenti nella carne), un altro 33% da grassi monoinsaturi (esempio: olio d’oliva) e un altro 33% da grassi polinsaturi (esempio: olio di semi di lino).

Conclusioni: non raccomandabili

2 – Dieta Scarsdale

(Proteine= 36%, Carboidrati= 38%, Lipidi =26%)

Dura due settimane. Vengono concessi alcuni alimenti a volontà, ma sono fortemente limitate le scelte: in particolare sono aboliti i primi piatti ed è molto ridotto il pane.

Seppure la restrizione dei carboidrati sia meno marcata rispetto alle altre due diete precedenti, si tratta di un regime sbilanciato, iperproteico e carente di vitamine (B1, B6 e Bl2) oltre che di calcio, ferro e magnesio.

Conclusioni: non raccomandabili

3 – Dieta della clinica Mayo

Non ha nulla a che fare con il celebre ospedale Mayo Clinic di New York.

Carente di calcio (latte e formaggi sono severamente proibiti), risulta iperproteica e monotona.

Conclusioni: non raccomandabili


C – Diete vegetariane

Il cibo come terapia

1 – Dieta Pritikin

(Proteine= 20%, Carboidrati= 76%, Lipidi= 4%) 
Si tratta di una dieta vegetariana, squilibrata perché iperproteica, ipolipidica, iperglucidica e ridotta negli apporti di fibre.

Conclusioni: non raccomandabili


2 – Vegan

Le diete vegetariane strette o Vegan (abolizione di qualsiasi cibo di origine animale), se prolungata nel tempo, può indurre la carenza di importanti nutrienti indispensabili per il completo benessere, quali ad esempio il ferro, lo zinco, il calcio, la vitamina B12.

Particolarmente a rischio nelle diete vegetariane strette risultano i bambini, le gestanti, le donne in allattamento, gli anziani, gli sportivi.

Al contrario le diete vegetariane meno rigide (dieta latteo-vegetariana, dieta ovo-latteo-vegetariana) presentano possibilità molto maggiore di copertura dei bisogni nutritivi.

Conclusioni: non raccomandabili


3 – Zen

Comprende la sola assunzione di riso!

Conclusioni: non raccomandabili


D – Diete senza varietà

1 – Dieta dissociata classica (di Antoine)

(Proteine= 27%, Carboidrati= 23%, Lipidi=50%)

Per 6 giorni alla settimana si mangia, ogni giorno, un unico tipo di alimento, a volontà, scelto fra latticini, verdure, frutta, uova, carni e pesci. La domenica, invece il regime è libero.

Non ammette i dolci e l’alcool. Obbliga a mangiare il formaggio senza pane, il vino con i legumi e l’acqua con la carne.

La sua efficacia dipende dal fatto e che sono esclusi alcool e dolci. Comunque è una dieta chiaramente non fisiologica, poiché fornisce si i vari nutrienti, ma non in una giornata bensì nell’arco della settimana!

Conclusioni: non raccomandabili

2 – Dieta di Shelton

È una variante della precedente. 
Vi è il divieto di mescolare proteine, carboidrati, lipidi.

Gli alimenti sono suddivisi in tante classi da associare e dissociare fino alla “dissociazione mentale”. 
Sono presenti carenze vitaminiche multiple e di calcio.

Inoltre come fare se molti cibi contengono già una mescolanza di proteine, carboidrati, lipidi?  Un recente studio (aprile 2000) apparso su International Journal of Obesity ha mostrato che due gruppi di soggetti obesi, posti a dieta ipocalorica (1100 kcal/die), una dissociata e l’altra bilanciata.

Il gruppo dissociato diminuì in media di 1.5 kg in meno rispetto a quello bilanciato.

Conclusioni: non raccomandabili

Pompelmo e uova

(Proteine= 49%, Carboidrati= 15%, Lipidi=36%)

La cura dura solo 15 giorni che però possono essere più che sufficienti per compromettere la salute.

Sono previste 24 uova alla settimana oltre che abbondanti quantità di carne.

Mancano i carboidrati e gli oli vegetali mentre è ricca di grassi e povera di calcio.

Conclusioni: non raccomandabili

Dieta settimanale

Si mangia una sola cosa al giorno per più pasti.

250 grammi di riso il primo giorno i 4 pasti. 500 grammi di carne arrosto o alla griglia in secondo giorno. 
La perdita di chili è data dalla mancanza dell’appetito per la monotonia.

Dannosa a breve termine ed il peso ritorna quando si finisce di seguirla.

Conclusioni: non raccomandabili

5 – Dieta del minestrone, Yogurt, Uva, ecc.

Sono monotone e non educative.

Conclusioni: non raccomandabili


E – Dieta della frutta

Il cibo come terapia

1 – Dieta di Beverly Hills

(Proteine= 5%, Carboidrati= 95%, Lipidi=0%).
È basata solo sulla frutta, da mangiare in grande quantità.

È quindi una dieta sbilanciata, carente di calcio, zinco, ferro, fosforo, magnesio, niacina, vitamina B2 c vitamina B12.

Conclusioni: non raccomandabili

2 – Dieta di Hollywood

Assunzione esclusiva di noci, uva e frutti esotici. Si aggiunge qualche volta un po’ di cereali.

Questa dieta è sconsigliabile perché squilibrata nel senso che prevede poche proteine e troppi carboidrati.

Conclusioni: non raccomandabili


Diete Naturiste

Il cibo come terapia

Utilizzano  solo cibi  integri e non trattati con prodotti chimici.

Cercano di non cuocere le verdure (neanche i carciofi). 
Si afferma che noci, mandorle, noccioline e pinoli contengono proteine che costituiscono una valida alternativa ai cibi proteici di derivazione animale (NON È VERO).

Riguardo alla fragola ci dicono che: le eventuali reazioni allergiche sono da interpretare come crisi dovute alla energica espulsione di sostanze tossiche! (Non è vero).

Conclusioni: non raccomandabile se non per grosse linee


G – Diete non educative

1 – Dieta Weight Watchers

Costosa e non educativa

Conclusioni: non raccomandabili

2 – Pasti sostitutivi

(liquidi, barrette)

Costosa e non educativa


H – “Frizzi e lazzi” dietologici

1 – Dieta del gruppo sanguigno

  • Gruppo sanguigno 0. Alimentazione ricca di carne e consumare meno formaggi.
  • 
Gruppo A. più soia, riso, verdure e limitare gli altri cereali.
  • Gruppo B. abbondare in latte e latticini me non tollera il frumento e la carne di pollo.
  • 
Gruppo AB: privilegiare frutta e verdura e limitare la carne.

2 – Dieta della luna

Promulga il digiuno “una sorta di stop all’incamerare errori nutrizionali quotidiani; sfruttare la forza della luna che sprigiona su di noi e non soltanto.

Dell’azione della luna sulla terra conosciamo le maree, le modifiche apportate alla crosta terrestre durante il variare delle fasi; i nostri contadini conoscono l’arte, tramandata nel tempo, di sfruttare l’effetto Lunare per ottenere buoni risultati nella semina, nei raccolti, nella potatura, nella vinificazione.

Basta pensare che siamo fatti per il 75% d’acqua, è possibile quindi utilizzare la forza della luna durante i cambi di fase (un giorno la settimana), facendo astensione dal cibo e purificando l’organismo: una sorta di pulizia interna dovuta all’acqua ingerita e all’azione mobilitante sui liquidi da parte della luna”.

3 – Dieta dell’età della pietra

Nuova moda USA:

mangiamo come 40.000 anni fa! 
Comprende frutta, verdura, carni magre, pesce, legumi, noci.

Esclusione di pane, pasta, cereali, olio di oliva, latte e derivati, zucchero.

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