I latti di crescita in commercio sono numerosi e si dimostrano molto differenti tra loro
Questo per quanto riguarda la quantità di:
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- calorie (da 50 a 84 kcal/dl);
- proteine (da 1.1 a 2.7 g/dl);
- carboidrati (da 6.3 a 12.3 g/dl);
- sodio (da 23 a 45 mg/dl)
Le differenze tra loro sono più marcate di quelle descritte per i latti 1 o 2.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) consiglia di allattare al seno fino ai due anni di età ed oltre, se mamma e figlio lo desiderano.
In assenza del latte materno, e in attesa di somministrare il latte vaccino, una valida alternativa è rappresentata dai latti di crescita, che introdotti negli anni ’90, sono definibili come preparazioni lattee (derivate dal latte di mucca) indicate i bambini da 12 a 36 mesi di vita.
Dal punto di vista normativo sono inseriti sia nel decreto legislativo 111/92, che nel nuovo regolamento europeo (1925/2006), sui cosiddetti alimenti arricchiti, che oltre ad avere una composizione particolare per il bambino, sono anche integrati con vitamine e minerali.
Quali sono i possibili vantaggi dei latti di crescita?
Essi hanno:
- un ridotto apporto proteico (prevenzione del sovrappeso/obesità infantile);
- un adeguato apporto di micronutrienti (ferro, zinco) e quindi un migliore sviluppo del sistema immunitario e neurologico;
- un adeguato apporto di vitamine e acidi grassi essenziali con conseguente crescita e sviluppo neuro-comportamentale adeguati;
- una migliore digeribilità per la presenza dei polisaccaridi, più digeribili e meno fermentescibili rispetto al lattosio;
- un’aggiunta di fibre.
Caratteristica peculiare dei latti di crescita è inoltre la composizione organolettica
Il 40-60% è costituito da latte parzialmente o totalmente scremato, zuccheri (saccarosio, glucosio, fruttosio e maltosio), carboidrati complessi e lipidi (nel latte vaccino si trovano essenzialmente acidi grassi saturi, mentre nei latti di crescita prevale l’aggiunta di acidi grassi polinsaturi).
Oltre a vitamine e minerali, nei latti di crescita è possibile il riscontro di additivi (emulsionante, vanillina, estratto di mela).
Il pediatra deve comunque fare prevenzione, consapevole degli effetti a medio/lungo termine degli alimenti consigliati per il bambino.
Il costo medio del latte vaccino intero è pari a 0,80-1,60 euro/litro, mentre i latti di crescita sono offerti, in media, a 2 euro/litro.
Quindi, riguardo ai latti di crescita, come comportarsi? Deve essere una scelta obbligata, consigliabile o solo consapevole?
L’importante è non rimanere senza corrette basi conoscitive.
Pertanto quando ritenuti consigliabili, i latti di crescita andrebbero scelti con cura, considerate le marcate differenze al loro interno.
In conclusione l’industria ha messo a disposizione di pediatri e genitori una gamma completa e complessa di quasi 200 formule lattee per alimentare in maniera corretta il bambino sano o affetto da patologie allergiche o metaboliche.
Ovviamente il latte materno sarà sempre il gold-standard per il genere umano ma sarebbe ormai ora di porre fine a comportamenti scientificamente scorretti e derivanti dalla classica insipienza di certi medici o pediatri che, sollecitati dai genitori, somministrano a incolpevoli lattanti il tanto “amato” latte “della centrale” ben prima del 12° mese di vita.