Disturbi dell’alimentazione (DA). Queste patologie si manifestano prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, ma negli ultimi tempi è emerso un preoccupante aumento delle fasce di età coinvolte: attualmente circa il 20% dei pazienti ha un’età compresa tra gli 8 e i 14 anni.
Già a partire dagli 8 anni di età si possono infatti ritrovare i primi segnali e comportamenti caratteristici dell’anoressia nervosa, con conseguenze molto più gravi. Un esordio precoce può infatti comportare un maggior rischio di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale.
Oltre il 95% di chi soffre di questi disturbi dell’alimentazione è di sesso femminile.
Secondo le ultime stime ufficiali ogni anno si registrano, per 100.000 persone, tra le donne 8 nuovi casi di anoressia nervosa e tra gli uomini 0,04-1,4 nuovi casi.
La bulimia nervosa risulta essere ancora più diffusa, con 12 nuovi casi per 100.000 persone tra le donne e 0,8 nuovi casi tra gli uomini.
L’alimentazione incontrollata ha una prevalenza del 3,5% tra le donne e del 2% tra gli uomini e si distribuisce in un intervallo ampio dall’infanzia alla terza età.
Dall’anoressia al binge-eating sino all’Arfid: cosa sono i DA Nell’ambito dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione vengono riconosciute le seguenti categorie diagnostiche: Anoressia nervosa (AN), Bulimia nervosa (BN), disturbi da binge-eating (BED), disturbo da ruminazione (DR), picacismo e, recentemente introdotto, il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID).
Insieme ai disturbi da alimentazione incontrollata (o binge-eating), anoressia e bulimia sono malattie psichiatriche caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari. L’ARFID, il picacismo e il disturbo della ruminazione hanno di solito un esordio più precoce.
L’ARFID è caratterizzato dal rifiuto dell’alimentazione associato a mancato incremento ponderale, per picacismo si intende l’ingestione di sostanze non alimentari mentre il disturbo di ruminazione consiste nel rigurgito di cibo che successivamente può essere masticato, sputato o ringoiato.
Le 3 cose da sapere sull’Anoressia Nervosa:
- È caratterizzata da una restrizione volontaria dell’apporto calorico, che conduce ad una forte diminuzione di peso;
- chi è colpito ha un’ossessione per il proprio peso corporeo, con un’intensa paura di ingrassare, nonostante un peso normale o basso;
- vi è una vera e propria alterazione della percezione del proprio corpo: ci si vede grassi, anche se si è magrissimi!
Le 3 cose da sapere sulla Bulimia Nervosa:
- È caratterizzata da abbuffate ricorrenti con consumo di grandi quantità di cibo in poco tempo;
- vi è una sensazione di perdere il controllo sulla quantità e qualità del cibo ingerito;
- si attuano comportamenti di “compenso” come il vomito autoindotto e l’uso improprio di lassativi e diuretici.
Le 3 cose da sapere sui disturbi da alimentazione incontrollata:
- È caratterizzata da episodi di abbuffate, ossia assunzione in un tempo limitato, circa 2 ore, di un quantitativo di cibo maggiore rispetto a quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso arco di tempo in circostanze simili;
- le persone colpite sono sovrappeso o obese;
- non vengono messe in atto condotte compensatorie.
Le 3 cose da sapere sul disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID):
- C’è un mancato interesse verso il cibo e/o un’alimentazione selettiva
- i pazienti presentano una significativa perdita di peso o delle vere e proprie carenze nutrizionali
- non vi è desiderio di perdere peso o una visione distorta del proprio peso corporeo.
Quali sono i campanelli d’allarme?
Il disturbo anoressico-bulimico si manifesta in adolescenza, ma trova le proprie radici nell’infanzia.
Campanelli di allarme per i genitori possono essere l’esclusione di determinati alimenti, il consumo del pasto molto lentamente, lo sminuzzare il cibo in pezzi piccolissimi, associati a un incremento dell’attività fisica.
Spesso sono bambine con un ottimo profitto scolastico, riservate, con poche amicizie.
È fondamentale un’identificazione precoce da parte del pediatra curante delle situazioni a rischio per poter mettere in atto strategie terapeutiche precoci.
Dati sperimentali hanno mostrato che quasi più della metà delle donne con disturbi dell’alimentazione ha subìto abusi e maltrattamenti.
Altri fattori potenzialmente predisponenti possono essere il sovrappeso durante la seconda infanzia, scelte alimentari familiari selettive, episodi di bullismo subito. Spesso sono presenti depressione e ansia, sintomi ossessivo-compulsivi, autostima più bassa e maggiori problemi interpersonali. Una diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nell’anticipare l’inizio delle cure, prevenire la cronicizzazione e le conseguenze ad esse associate.
Quali sono le conseguenze?
Le conseguenze dei disturbi dell’alimentazione sono tanto più gravi, quanto più grave e precoce è l’esordio. Il coinvolgimento è spesso multiorgano e tra i segni e i sintomi troviamo:
- Grave stato di disidratazione, vertigini, astenia, tic nervosi
- Arresto della crescita staturo-ponderale
- Innalzamento del colesterolo e riduzione del metabolismo basale
- Crisi epilettiche
- Dolori addominali, meteorismo e digestione prolungata e difficoltosa
- Danni ai denti ed alla cute
- Fratture spontanee
- Anemia, linfopenia (riduzione del numero di globuli bianchi), piastrinopenia (riduzione del numero delle piastrine) con conseguenti emorragie ed infine deficit immunitari.
- Amenorrea (assenza delle mestruazioni)
Come si curano.
Le persone che soffrono di disordini alimentari tendono a chiudersi, ad isolarsi e ad escludere gli altri dalla loro vita.
I familiari si trovano a gestire, spesso da soli, situazioni molto difficili e si sentono impotenti.
La persona affetta incontra enormi difficoltà nelle attività quotidiane, ha una vita scandita dal cibo, è difficile studiare, uscire, coltivare amicizie, ma anche rispondere a bisogni primari.
Guarire è possibile e l’obiettivo può essere raggiunto seguendo un percorso terapeutico mirato.
L’approccio alla cura è duplice: si deve curare il corpo e la mente tramite un percorso multidisciplinare ed integrato.
Sono infatti disturbi psichiatrici con importanti manifestazioni psicopatologiche ed un’alta frequenza di complicanze mediche: è quindi necessaria la collaborazione tra diverse figure professionali specializzate come il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il pediatra, tutti specificamente formati sui disturbi della nutrizione ed alimentazione.