Se non hai i calcoli non serve!
Dieta alcalinizzante. Colelitiasi e calcoli renali sono patologie frequenti nei paesi sviluppati.
I calcoli biliari possono essere pigmentari, colesterolo (75%) o misti.
Età, sesso femminile, obesità, rapida perdita di peso, consumo di zuccheri raffinati, grassi saturi, carenza di ferro, vitamina D e scarso apporto di fibre e vitamina C sono fattori associati ad un aumentato rischio di colelitiasi.
D’altra parte, l’assunzione di:
- acidi grassi ω-3,
- acido oleico,
- calcio, magnesio,
- fibre,
- frutta e verdura,
- latticini,
- noci,
- caffè,
- un consumo moderato di
- alcol,
- integratori di vitamina C,
- esercizio fisico,
- una dieta regolare hanno una carta protettiva.
I calcoli renali più frequenti sono l’ossalato di calcio seguito da quelli misti (ossalato e fosfato di calcio), struvite (fosfato idrato di ammonio e magnesio), acido urico e cistina.
Si raccomanda un elevato consumo di acqua (> 2,5 l/giorno), variando il tipo di alimento consigliato o sconsigliato a seconda del tipo di calcolo.
Nella litiasi ossalica si raccomanda di ridurre il consumo di carne, moderare quello di spinaci, bietole, asparagi, cioccolato ed evitare l’eccessivo apporto di sodio.
La prevenzione del calcolo urico si basa sull’idratazione con bevande alcalinizzanti e sulla dieta vegetariana, diminuendo gli alimenti ricchi di purine (fegato, rene, uova di pesce, acciughe, sardine e frutti di mare) e nel calcolo della cistina la dieta è consigliata alcalinizzante.
Altri utilizzi della dieta alcalinizzante è, dal punto di vista medico, inutile.
Non è possibile affermare che una persona, in pieno stato di salute, possa star male per l’eccessiva assunzione di alimenti acidi o produzione di cataboliti a pH basso.
Dieta alcalinizzante: Diverso sarebbe per un soggetto “compromesso” a livello metabolico, come ad esempio un diabetico, un insufficiente renale o epatico.