Quartieri e Obesità. Dimmi dove vivi e ti dirò quanta obesità rischi.
A cura del Prof. Giorgio Pitzalis
Quartieri e Obesità. In questo studio di coorte che ha interessato 28.359 bambini, è stato osservato che la residenza nei quartieri a basso reddito e a basso consumo alimentare nella prima infanzia era associata a un punteggio di Body Mass Index (BMI= peso in kg diviso il quadrato dell’altezza in metri).
Più elevato e un maggiore rischio di obesità e obesità grave dall’infanzia all’adolescenza, indipendentemente dalle caratteristiche sociodemografiche individuali.
Questi risultati suggeriscono che la gravidanza e la prima infanzia sono entrambe importanti finestre di esposizione rispetto all’accesso al cibo di vicinato e che la residenza in quartieri con un migliore accesso al cibo durante queste fasi della vita potrebbe costituire un importante fattore di resilienza che può prevenire lo sviluppo dell’obesità infantile. Diversi i potenziali meccanismi che potrebbero essere alla base di queste osservazioni:
- I quartieri a basso reddito e a basso consumo di cibo potrebbero avere una maggiore densità di minimarket più piccoli e fast-food, il che implica un maggiore accesso e un maggiore consumo di alimenti altamente trasformati e confezionati, spesso venduti in questi negozi.
- Pertanto, un maggiore accesso a questi negozi potrebbe compromettere la qualità della dieta degli individui incinte e dei bambini, che possono successivamente influenzare l’obesità infantile.
- Gli individui residenti nei quartieri a basso reddito e a basso accesso agli alimenti, compresi i bambini, possono anche affrontare livelli più elevati di stress a causa delle pressioni finanziarie ed emotive dell’insicurezza alimentare, degli alloggi poveri, degli eventi avversi dell’infanzia e della criminalità del quartiere, che possono portare all’aumento di peso attraverso cambiamenti metabolici indotti dallo stress.
Quartieri e Obesità. Inoltre, ad influenzare la qualità della dieta dei bambini, la residenza nei quartieri a basso reddito e a basso consumo di cibo, può influire negativamente sull’obesità infantile anche una ridotta attività fisica o una maggiore esposizione a fattori di stress obesogenici, compresi gli inquinanti ambientali.
Questi risultati suggeriscono una maggiore attenzione riguardo gli investimenti economici o sulle strategie per migliorare l’accesso sano al cibo nella prima infanzia, come l’incentivazione di nuovi supermercati nei quartieri esistenti a basso reddito, offrire con maggior frequenza cibi “sani” (vedi mercati rionali) e migliorare l’accesso a scelte alimentari più sane nei piccoli negozi al dettaglio e nei minimarket.
Fonte:
https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/2823466